Ostia, ingresso del Parco Giuseppe Pallotta su via della Martinica con nuovo giaciglio dei clochard vicino alla fontana centrale

Ostia, clochard tornano al Parco Pallotta: rissa sfiorata e paura tra i residenti

A Ostia, i senzatetto sono tornati nel Parco Pallotta a poche ore dallo sgombero. Rissa sfiorata domenica mattina: cresce la paura delle famiglie del quartiere.

Clochard di nuovo nel Parco Pallotta di Ostia dopo lo sgombero

Lo sgombero dei clochard all’interno del Parco Giuseppe Pallotta di Ostia, richiesto con forza dai consiglieri municipali Giuseppe Conforzi (Fratelli d’Italia) e Alessandro Aguzzetti (Lega), è durato meno di 48 ore. Come accade anche in altre aree della Capitale, i senzatetto sono tornati subito dopo che si sono spente le luci mediatiche sull’area verde, rioccupando gli spazi tra la fontana centrale e l’area giochi destinata a bambini e famiglie.

Lo sgombero durato meno di 48 ore

L’operazione, avvenuta la scorsa settimana, ha avuto un effetto temporaneo. Non appena l’Amministrazione ha concluso i lavori urgenti sulla viabilità del quadrante Appagliatore/Chiaraluce, l’attenzione istituzionale si è spostata altrove e il parco è rimasto privo di controlli. Nel giro di poche ore, i clochard hanno riallestito i giacigli di fortuna, recuperando tende, buste e vestiti accatastati sotto la fontana centrale.

Tensione e paura: rissa sfiorata tra i senzatetto

Il ritorno è avvenuto nella notte tra sabato e domenica. Almeno due persone senza fissa dimora hanno ripreso possesso dello spazio, ma con atteggiamenti sempre più nervosi. La convivenza forzata e lo stress degli sgomberi hanno portato a momenti di forte tensione, fino a sfiorare una rissa nella mattinata di domenica.

La testimonianza di un padre preoccupato

A raccontare la scena è Paolo (nome di fantasia), residente che frequenta il parco con i figli:

“Grazie all’impegno del consigliere Conforzi e del Comitato di Quartiere si era riusciti a pulire il parco per qualche ora. Ma ora quei soggetti sono tornati, e li ho trovati pericolosamente alterati”.
L’uomo spiega di aver lasciato il giardino per paura:
“Alle 10 del mattino ho portato mio figlio all’area giochi. Ho visto i clochard discutere e urlare. Spaventato per la sua sicurezza, ho deciso di uscire e andare verso il lungomare. Tutto questo accade sotto le nostre case”.

I tentativi di rientro nel parco di Ostia già nei giorni scorsi

Nonostante lo sgombero ufficiale, i tentativi di rientro nel Parco Pallotta non si erano mai fermati. La nostra redazione ha seguito le segnalazioni dei cittadini, documentando movimenti sospetti nei pressi dell’area cani.

Il sopralluogo con il consigliere Conforzi

Lo scorso martedì 16 settembre, durante un sopralluogo a sorpresa con il consigliere Conforzi, è stato trovato un giaciglio nascosto dietro la scalinata vicina allo spazio per i cani. Nella lettera inviata da Conforzi all’Assessorato alle Politiche Sociali del Municipio X (protocollo CO/2025/0126271), si segnala anche la presenza di un anziano senzatetto in gravi condizioni di salute, di origine egiziana secondo i cittadini.

Il senzatetto egiziano e il nuovo giaciglio in via della Martinica

Due giorni dopo, la stessa persona è stata avvistata in via della Martinica, con un nuovo giaciglio improvvisato tra le automobili in sosta dietro il centro commerciale e un ristorante giapponese. A pochi passi dal Parco Pallotta, l’uomo sembrava in attesa di poter rientrare nell’area verde con i propri averi.

Una gestione dell’emergenza che resta irrisolta a Ostia

La vicenda conferma ancora una volta come lo sgombero dei clochard sia una misura tampone, incapace di affrontare il problema dell’emergenza abitativa e della sicurezza urbana. Dopo il clamore mediatico, il parco è tornato a essere vulnerabile, esponendo famiglie e residenti a nuove situazioni di degrado e rischio.

Il caso del Parco Pallotta a Ostia è lo specchio di un’emergenza che interessa tutta Roma: senza un coordinamento stabile tra servizi sociali, forze dell’ordine e AMA, ogni sgombero rischia di trasformarsi in una parentesi di breve durata. Intanto, la comunità locale continua a chiedere soluzioni concrete, non solo interventi momentanei.

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