Il Delicatissimo – Cambiano i tempi, cambiano gli eroi: in casa DC, Superman diventa bisex

Roma – Con il nuovo Superman, l’ennesimo spot LGBTQ si fa in casa DC Comics: nulla di strano, nulla di rivoluzionario, ma il solito clamore che passa.

Scrosci di applausi, la gente si abbraccia e si esulta per l’ennesima “rivoluzione” in salsa arcobaleno. Questa volta il luogo è la DC Comics, la storica rivale Marvel che ha dato i natali ai noti Batman, Wonder Woman e soprattutto a Superman. Ecco che è appunto l’uomo d’acciaio l’oggetto di questo nuovo cambiamento di fronte ( o genere, vai capire come funziona ormai), anzi, per la cronaca è suo figlio Jonathan Kant che porta un’altra ventata di politicamente corretto nel mondo degli eroi dei fumetti.

Jonathan sarà bisessuale, così com’è stato annunciato durante il “National Coming Out Day”, e quindi tremate tutti omofobi, tradizionalisti medievali, cattobigotti e chi ne ha più ne metta! A dirla tutta, che tremino tutti gli scorretti ai valori del politicamente corretto: l’erede di Clark Kant non manca già di grandi imprese a sfondo ecologico in cui spegne gli incendi causati dal cambiamento climatico; proteste a favore dei profughi cacciati da Metropolis e non so se ci sarà pure una sua avventura in Italia dove salva la sede della CGIL di Roma dai fascistoni di Forza Nuova (e lo farà munito di Green Pass sia chiaro). Per non farsi mancare nulla poi la DC ha fatto presente anche chi è il suo compagno di saffiche effusioni: l’asiatico Jay Nakamura, giornalista dai capelli rosa ravanello pallido di litizzettiana memoria.

Piccola sottolineatura è che in quel National Coming Out Day è stata inoltre concessa allo stato da parte dei grandi magazzini l’esposizione dei giocattoli in modo neutro: né rosa e neanche l’azzurro, perché il colore fa stereotipo buzzurro (fa pure rima, tiè). La scrivo perché quel Superman gaio è il risultato del mappazzone barbieriano che gira negli USA ogni qualvolta ci si aziona per i valori LGBTQ: una baggianata ingigantita e che grida di una rivoluzione che ormai fa strascichi di altre iniziative, e che di risultati effettivi ne porta ben pochi.

Ma aspettate! Un risultato c’è stato: il mio colpo di sonno alla notizia! E fidatevi che non è stato solo il mio, ma di tanti altri e non per etero. “Ennesima rivoluzione” (l’ho scritto all’inizio) uguale a tante altre, perché non so quanti anni sono passati dall’annuncio di qualche personaggio gay, che fa coming out o non so. Che palle! Perdonatemi il francesismo, ma soprattutto in casa DC Comics i personaggi light LGBTQ non sono affatto una novità: Batwoman, Apollo, Grace Choi, Renee Montoya, Catman, addirittura la Lanterna Verde Alan Scott. E se non vi bastano, perché ce ne sono altri, nella lista si annovera anche quella che era un’icona di sensualità femminile e attrazione: Catwoman.

Onde, dove sarebbe la novità? Ma quale novità! È un ritornello tra i più noiosi, che parla solo di un adeguamento di una casa editrice caratterizzata non solo da atmosfere dark, valori eroici e varie, ma anche da un certo “realismo” con cui si raccontavano questioni sociali importanti: il degrado delle periferie, la droga, il razzismo, l’ecologia e, ovviamente, anche la realtà omosessuale.

Dove sta il difetto di un Superman bisessuale? Non ci sta infatti, anzi non c’è proprio niente. Non fa né caldo né freddo. È un ritornello talmente trito e ritrito che fa solo spallucce con la noia di qualcosa di già visto. Aspettiamoci quindi tutta una serie di vortici tra post e commenti e poi stop; finisce là.

Sapete che vi dico? La vera rivoluzione sarebbe vedere un eroe che mette nello stanzino costume, mantello o armatura che sia per ritirarsi a vita privata con una moglie e fare una famiglia; al massimo riprendere tutto per difenderla. Una cosa così l’ho vista in Endgame con il meraviglioso Iron Man di Downey Jr e mi piacerebbe rivederla: un po’ perché rievoca il vero senso dell’eroismo, il sacrificio; un po’ perché mi ricorda che l’umanità è qualcosa di più una preferenza sessuale o bandiera arcobaleno.

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