I virologi scendono in politica: Crisanti si candida col PD

Roma – Andrea Crisanti getta la maschera: sarà candidato nel Collegio Europa per il Partito Democratico.

Uno scenario che era prevedibilissimo, considerato come fosse anomalo trovare un virologo alla costante ricerca delle telecamere televisive.

Il grande gioco, sulla pelle degli italiani, è venuto fuori a ridosso della consegna delle liste elettorali. Il PD ha semplicemente lucrato sulla pandemia per fare campagna elettorale in prima serata, inviando negli studi televisivi propri esponenti camuffati da medici. Un utilizzo politico del Covid-19, che già noi da due anni fa denunciavamo fortemente… e da come vediamo, avevamo fortemente ragione a sospettarlo.

Una situazione gravissima, che ci dovrebbe far riflettere su quelle regole imposte durante i lockdown o di zone colorate. Il business delle mascherine, che vaccini, le chiusure in casa, lo stop alle attività di ristorazione, il continuo terrorismo mediatico sui canali televisivi: tutto ciò lo chiedeva la scienza, oppure qualche interesse legato al Partito Democratico (oggi una realtà politica che rappresenta gli interessi della grande finanza)?

Al di là della spinosa risposta al quesito, un dato è certo e lo ha compreso anche Enrico Letta: Andrea Crisanti è incandidabile in qualunque parte d’Italia, poiché tra i volti più odiati dalla nazione. Ecco allora la scelta del collegio estero, con il Pd che spera come i propri elettori fuori dall’Italia non conoscano le dichiarazioni folli del proprio candidato sotto pandemia.

Oggi su La Repubblica, Crisanti apre la propria campagna elettorale. Si definisce di Sinistra, ma soprattutto come “nella politica servano dei tecnici”. Modi per dire concetti chiari, ovvero “tecnocrazia” o “sanitocrazia”. Insomma, la morte della politica che rappresenta il cittadino.

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