Caro Prodi, l’Europa non ci segue più da Conte

Salisse un Governo di Centrodestra in Italia, automaticamente l’Europa – intesa come Unione Europea – ci escluderebbe dai grandi tavoli continentali? È una domanda lecita, che oggi rilancia il prof. Romano Prodi attraverso un’intervista su La Repubblica.

Il problema italiano oggi non è certo un Governo filo-ungherese nel prossimo futuro, bensì riacquisire una credibilità politica persa con i precedenti Premier (incluso Mario Draghi).

Se la Sinistra ancora sviolina meme e gag verso l’esperienza di Governo del Berlusconi III, nessuno però menziona come gli esecutivi che ci hanno rimosso dai palcoscenici internazionali che contano, sono tutti avvenuti con una mano diretta o indiretta del Partito Democratico.

Il punto più basso della nostra Nazione a livello di politica estera, si è toccato indubbiamente con l’investitura di Luigi Di Maio come Ministro degli Affari Esteri. Ma non solo.

Sarebbe buona cosa ricordare cosa succedette a partire dal Conte I, dove per l’inadeguatezza istituzionale dell’ex Premier siamo finiti fuori da tutti i tavoli istituzionali internazionali che contano. Non è bastato essere allievo di Romano Prodi (lo stesso che oggi ci fa la predica riguardo “il Governo di Centrodestra”), per avere un posto garantito nelle Commissioni dell’Unione Europea sul Covid-19 e soprattutto sui casi d’indagine legati alla nascita della malattia.

Una musica che non è cambiata con la seconda esperienza di Premier per Giuseppe Conte, tantomeno poi mutata con l’arrivo di Mario Draghi a Presidente del Consiglio. In quest’ultimo esecutivo, abbiamo completato la mutazione da Stato sovrano a Colonia americana, con il “Premier banchiere” diventato un fido cagnolino del presidente Joe Biden.

Dal Conte I abbiamo obbedito passivamente alle direttive di Paesi stranieri, che oggettivamente sono venuti a imporre legge in casa nostra sul piano della sanità nazionale e delle libertà personali. Dopotutto ci siamo fatti andare bene misure come il Green Pass o i lockdown, di chiaro stampo totalitario e filo-cinese, oltre che fomentare il business delle case farmaceutiche.

Piuttosto che sparare fesserie su Giorgia Meloni, Prodi dovrebbe rammentare come un suo allievo e il suo partito ci hanno portato in un baratro senza fine: la perdita della credibilità politica agli occhi del mondo.

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Focus!

Potrebbero anche interessarti: