Benedetto XVI, la morte del Papa Emerito accende la crisi tra ratzingeriani e bergogliani sul gender

Il libro di Monsignor Georg Gänswein, Segretario personale del Papa Emerito Benedetto XVI, rischia di scoperchiare il “vaso di Pandora” sui grandi segreti del Vaticano. “Nient’altro che la verità”, per inciso, promette di descrivere un rapporto di profonda rivalità tra quelli che erano i due Papi all’interno dello Stato Vaticano: Joseph Aloisius Ratzinger e Francesco I.

Un libro, a mio parere, destinato a smontare quelle frasi di circostanza legate alle celebrazioni funebri di Benedetto XVI, in un testo destinato a far emergere il lato oscuro di Papa Francesco I. Roba apparentemente da seguaci del complottismo, che per una volta troverebbe conferma in una fonte ufficiale del Vaticano.

Che il tema dei contrasti fosse il gender, nessuno poteva averne dubbio. Dopotutto, erano due Papi che la pensavano estremamente in maniera opposta su tutto. Da una parte il “Papa filosofo e teologo”, rappresentato da Benedetto XVI e legato a un modello di Chiesa conservatrice. Dall’altre il “Papa dell’altro Mondo”, ovvero quel Papa Francesco I lontano dalla visione dell’Occidente in quanto proveniente dal Sud America, emblema del pensiero progressista all’interno della Chiesa Cattolica.

Dopotutto, la corrente progressista all’interno delle dinamiche vaticane ha visto una graduale crescita, già dal Conclave che elesse Benedetto XVI alla guida della Chiesa Cattolica. Non è un mistero, infatti, come già Jorge Mario Bergoglio dovesse succedere a Giovanni Paolo II.

Proprio in tali dinamiche politiche della Chiesa Cattolica, non meraviglia come Papa Francesco abbia ignorato i moniti di Benedetto XVI, soprattutto sui temi del gender, la natura biologica dell’Uomo e la filosofia del Gender.

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