Roma – Sembrava scontato un appoggio del Movimento 5 Stelle e Carlo Calenda a Roberto Gualtieri in vista del ballottaggio, ma le cose nella Capitale stanno tendendo a complicarsi con il passare delle ore.
L’ALLEANZA NEL SEGNO DELL’ANTIFASCISMO – Tutti i pronostici facevano presupporre un’unità nel segno dell’antifascismo per contrapporsi a Enrico Michetti, quadrando così sul candidato Sindaco del Partito Democratico le forze dei pentastellati, oltre che i voti del duo calendiano di Azione-Italia Viva. Un fenomeno visto molto spesso nelle elezioni italiane, che aveva consentito tante volte di arginare l’avanzata di candidati di Centrodestra inclini ad aree radicali dell’ambiente. Una situazione sollevata anche per lo stesso Michetti, che durante la campagna elettorale ha dovuto affrontare l’accusa di vicinanza agli ambienti radicali di Destra: da una parte la candidatura di alcuni militanti di CasaPound Italia nelle file romane della Lega; dall’altra candidati di Fratelli d’Italia con tatuaggi riconducibili a simpatie naziste. Insomma, uno scenario che nella Sinistra ha generato lo stesso effetto di un toro con il colore rosso.
CALENDA C’E’, MA SENZA M5S – In vista del ballottaggio, Gualtieri incassa subito l’appoggio di Carlo Calenda. Nonostante l’ex ministro dello Sviluppo Economico abbia parlato a titolo personale, è difficile che una buona parte dei suoi 220mila voti non lo seguano nelle indicazioni sul ballottaggio. Dopotutto, Calenda è stato molto chiaro sul candidato di Centrodestra per il secondo turno: lo reputa un incapace e un incompetente. Certo, il fatto di una stima verso Gualtieri non semplifica il realizzarsi dell’alleanza tra democratici e calendiani. Lo stesso ex ministro è stato chiaro: appoggio solo se viene garantita l’esclusione dei pentastellati dalla futura Giunta in Campidoglio dopo la vittoria.
VIRGINIA NON SOSTIENE NESSUNO… MA IL MOVIMENTO? – L’incognita del ballottaggio potrebbe rivelarsi il Movimento 5 Stelle, potenzialmente pronto a disinteressarsi del ballottaggio dopo le parole dell’ex sindaca Virginia Raggi: secondo lei, oggi la realtà pentastellata non dovrebbe girare voti a nessuno, così da fare una vera opposizione in Campidoglio verso chi vincerà e controllare che i suoi successori non facciano vanificare cinque anni di risultati portati avanti dalla sua Giunta. La verità però oggi è un’altra, ovvero il comprendere se a Roma il M5S segue ancora la sindaca Raggi, soprattutto dopo la sconfitta elettorale. Dopo la freddezza dei leader del Movimento alla sconfitta nella Capitale, tutto fa presupporre il palesarsi di una strategia già osservata nel Consiglio della Regione Lazio, dove gli stessi grillini sono entrati in maggioranza e nella Giunta di Nicola Zingaretti: una mossa che potrebbe potenzialmente ripresentarsi anche al Campidoglio, soprattutto con Giuseppe Conte a gestire eventuali alleanze.